Anestesia locale nello studio dentistico


Nelle pratiche di uno studio dentistico, il controllo del dolore è uno degli aspetti che incide in maniera più rilevante sulle aspettative e sull’esperienza del paziente. Un argomento che da sempre scatena domande e interrogativi. Ecco dunque una breve guida sui principali metodi di anestesia nello studio dentistico.

Come funziona e quanto dura l’anestesia locale

L’anestesia locale è la soluzione utilizzata più di frequente poiché interessa solo la zona specifica da sottoporre a trattamento, mantenendo il paziente in stato cosciente. Inoltre, l’anestesia di tipo locale è, solitamente, meno rischiosa rispetto ad altri approcci di sedazione.

Il farmaco anestetico agisce direttamente sui nervi che portano la sensibilità alla regione interessata dall’intervento. In questo modo si impedisce che gli impulsi nervosi del dolore possano raggiungere il cervello.

A seconda dei diversi parametri del paziente e del tipo di intervento, l’anestesia locale è somministrata per coprire il tempo necessario all’operazione e per il post-operatorio. Solitamente la durata si aggira intorno alle due ore.

Le principali tecniche di anestesia locale nello studio dentistico

Metodi e farmaci sono scelti a seconda dei casi specifici e dei trattamenti. Alcuni possono essere solo di superficie (o per contatto) e prevedono l’applicazione di sostanze sulla parte da trattare; mentre altri si basano sull’iniezione del farmaco.

Per quanto riguarda la scelta dell’anestetico è fatta principalmente in base alla durata e complessità dell’intervento, alla necessità del controllo post chirurgico del dolore, alle controindicazioni a specifici farmaci (ad esempio allergie) e in generale seguendo l’anamnesi del paziente.

Tra le tecniche di anestesia locale, possono essere ricordate:

  • Anestesia topica: prevede l’applicazione di un anestetico in gel o spray. È utilizzata per interventi di brevissima durata o nelle sedute di igiene orale per i pazienti particolarmente sensibili.
  • Anestesia locale plessica o infiltrazione: consiste nell’iniettare il farmaco anestetico sotto la mucosa orale in prossimità dell’apice del dente. È utilizzata per gli interventi di breve-media durata.
  • Anestesia locale tronculare:  è effettuata direttamente nel tronco nervoso mandibolare, interrompendo la trasmissione del dolore su tutti i denti e tessuti molli presenti sul lato della mandibola dove è stato iniettato l’anestetico.
  • Anestesia Intrapulpare: viene utilizzata nei casi in cui si devono trattare denti affetti da pulpite oppure per la devitalizzazione. In questi due casi, nonostante il dentista abbia somministrato un anestetico in precedenza, può capitare che il paziente senta ancora dolore e fastidio. In questo caso il dentista inietterà un anestetico direttamente all’interno del dente passando tramite la corona dentale. L’effetto anestetico sopravverrà dopo solo alcune gocce di farmaco anestetico.
  • Raffreddamento o Perfrigerazione: consiste nel raffreddare la zona in cui si deve intervenire con un getto di cloruro di etile. Questa tecnica, di facile esecuzione, viene utilizzata per interventi di breve durata sui tessuti molli come l’estrazione dei denti decidui.

Anestesia totale: gli interventi complessi

Per interventi particolarmente complessi viene impiegata invece l’anestesia totale. Indotta tramite farmaci per via endovenosa o respiratoria, provoca la perdita di coscienza interessata da assenza di dolore e rilassamento muscolare. A stabilire il dosaggio del farmaco e occuparsi del monitoraggio durante l’operazione è sempre un medico specializzato, cioè l’anestesista.

Effetti collaterali dell’anestesia locale

L’anestesia è indolore, l’unico fastidio che si prova è nel momento in cui viene iniettato l’anestetico attraverso una siringa. Gli effetti collaterali dell’anestesia possono essere di lieve o di severa intensità.In qualche caso possono insorgere nausea o lieve tachicardia.

L’anestetico può inoltre portare all’ipersensibilizzazione della zona trattata oppure, in casi molto più rari, interferire con altri farmaci assunti o scatenare reazioni allergiche.

Per questa ragione, ove ragionevolmente possibile, la corretta anamnesi serve per gestire al meglio la durata dell’intervento e minimizzare i rischi per il paziente.

 

Per qualsiasi chiarimento o informazione legata alle esigenze personali e di trattamento, è comunque sempre consigliabile consultare il proprio dentista che saprà indicare la soluzione più adatta per il vostro caso specifico.