Sigaretta elettronica e salute orale: quali danni provoca?


Scelta da molti fumatori come alternativa meno dannosa alla classica bionda, la sigaretta elettronica potrebbe comportare alcune complicazioni in termini di salute orale. A sostenerlo una serie di studi recentemente pubblicati che imputano al nuovo dispositivo un fattore di rischio per le malattie gengivali pari alla tradizionale sigaretta. Tra condanne e smentite, ecco quando è emerso.

Sigaretta elettronica, come funziona?

Ormai molto diffusa, la sigaretta elettronica si basa sul principio di inalare il vapore creato riscaldando una soluzione solitamente contenente nicotina e altre sostanze chimiche. Questo dispositivo evita quindi la combustione del tabacco, per questo è considerato meno dannoso e sempre più utilizzato sia da ex fumatori che dalle nuove generazioni, per le quali rappresenta una vera e propria moda. Eppure negli ultimi tempi diverse voci si sono levate per mettere in guardia i consumatori. 

Irritazione e danno gengivale anche per la sigaretta elettronica

Uno studio pubblicato da Oncotarget, infatti, dimostrerebbe che numerosi problemi di salute orale, tra cui le malattie gengivali, la perdita dei denti e persino il rischio di cancro della bocca, possono aumentare nei fumatori di sigaretta elettronica. Il team del professor Irfan Rahman della Rochester School of Medicine and Dentistry di New York dopo aver condotto una ricerca clinica, si è espresso affermando che a contatto con i vapori della e-sigaretta, il corpo reagisce in maniera comparabile alle combustioni del fumo tradizionale. I tessuti infatti reagiscono liberando citochine infiammatorie, che a loro volta aggravano lo stress all’interno delle cellule, con conseguente danno che potrebbe portare a diverse malattie orali.

Un altro studio recentemente pubblicato sul Journal of Cellular Physiology ha rilevato un alto tasso di morte cellulare a causa dell’esposizione al vapore. Per raggiungere questi risultati, il dottor Mahmoud Rouabhia e il suo team dell’Université Laval del Canada hanno isolato frammenti di tessuto gengivale e studiato il comportamento cellulare esposto al vapore della e-sigaretta. Il tasso di danni o morte in cellule non esposte è di circa il 2%, mentre con l’esposizione al vapore e-sigaretta, il numero di cellule morte o danneggiate gravemente aumenta raggiungendo valori massimi del 53%.

La smentita italiana: si tratta di un’esagerazione

A smorzare i toni dell’articolo apparso su Oncotarget un esperto in materia, il dott. Fabio Beatrice della Società Italiana di Tabaccologia, autore di numerosi testi sulla ricerca applicata alla sigaretta e membro del Comitato Scientifico di LIAF.

Lo specialista ha dichiarato: “Affermare che la sigaretta elettronica infiamma i tessuti orali e le gengive come la normale sigaretta non non è credibile sulla base delle attuali conoscenze scientifiche. In primo luogo la e-cig non brucia ma vaporizza a circa 100 gradi e questo significa che è priva di combustione. Di conseguenza è palesemente errato proporre, come apparentemente viene fatto nell’articolo in questione, una sigaretta elettronica che brucia vapore. Si tratta di elementari nozioni di fisica”.

“Inoltre è dimostrato da IARC (International Agency for Research on Cancer) che la sigaretta, nella sua combustione compresa tra 400 e 1000 gradi, produce oltre 80 sostanze  cancerogene di classe A. Resta pertanto certa l’evidenza di una tossicità nettamente inferiore della e-cig  rispetto alla sigaretta”.

In conclusione

Anche se per comprendere gli effetti a lungo termine bisognerà attendere, i ricercatori sostengono che i risultati ottenuti siano sufficienti per mettere in allerta la popolazione sull’uso della sigaretta elettronica. Eppure, c’è da chiedersi perché non sia ancora stato pubblicato uno studio comparativo sugli effetti della sigaretta tradizionale e quella elettronica, per comprendere in che proporzioni le due modalità possano arrecare danno. In questo senso, specie per chi decide di passare da un sistema all’altro, sarebbe utile contare su informazioni chiare e scientificamente provate. Resta ovviamente valido il monito dei ricercatori a non scegliere con leggerezza la sigaretta elettronica come fosse una soluzione priva di conseguenze.